I viaggi iniziano nell’immaginazione e finiscono nel ricordo. Almeno dovrebbe funzionare così. Però Francesco Bearzatti ci insegna che c’è anche un altro modo di viaggiare. Lui parte dalla memoria e finisce nell’inventiva. Perché un personaggio come Duke Ellington lo impone, la sua musica parla chiaro. Un artista che ha saputo trarre dal proprio ingegno una singolare propensione a scommettere sull’innovazione, a cambiare senza tradirsi.
Insegna, Bearzatti, che la musica di Ellington è bene conoscerla, accettarla e poi integrarla alla propria. Che la si debba riarrangiare per capire quanto ancora oggi possa funzionare, evocare, divertire, far gioire. Allora il ricordo della storia diventa la premessa del quotidiano che Bearzatti esplora, scompone e ricompone in una sorta di bilancio estetico e affettivo della musica di Ellington.